Kent Haruf non è stato un autore prolifico e come se non bastasse in Italia sono stati tradotti solo quattro dei suoi sei romanzi.
Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo fanno parte della cosiddetta Trilogia della pianura ma non è così intuitivo sceglierne la sequenza, io stessa ho chiesto come avrei dovuto leggerli e la stessa domanda adesso la fanno spesso a me.
Canto della pianura (che è il primo ad essere stato scritto) e Crepuscolo vanno letti in questa sequenza, assolutamente. Benedizione, che è a sè stante, può essere letto per primo o come terzo. Haruf ha scritto Benedizione come ultimo libro della trilogia ma in Italia è stato pubblicato per primo pertanto all’interno è numerato con il numero 1.
Le nostre anime di notte, pubblicato postumo, lo consiglio come ultimo per un piccolo cameo che fa riferimento alla trilogia.
Insomma, per farla breve, consiglio di leggerli nell’ordine della foto.
Ho iniziato con Benedizione ed una volta capito che l’autore mi piaceva mi sono presa subito gli altri tre. Stavolta però, sapendo che non ce ne sarebbero stati altri, ho centellinato i libri, non li ho letti uno di seguito all’altro come mio solito, mi sono forzata di metterci altri romanzi nel mezzo.
Ieri ho iniziato e finito l’ultimo dei quattro e mi mancherà la carezza di Haruf.
Tutti i romanzi sono ambientati in una cittadina immaginaria americana, una di quelle in cui la vita scorre lenta e monotona ma poi ci si scopre a voler essere lì con gli abitanti di Holt a sorseggiare tè freddo in veranda o seduti all’ombra di un albero. Sono vite piccole e defilate, cosparse di solitudini, dolori e rinascite. Sono vite normali e lente, come le vite spesso sono.
I libri di Haruf sono come la brezza calda nelle sere d’estate o un camino acceso in quelle invernali, sono quella carezza che mi mancherà.
Li ho tenuti in caldo per quasi un anno, poi a maggio ho preso ultimo al salone del libro di Torino.
Ora sono a metà di Crepuscolo e mi piace moltissimo come scrive.
Spero ci sia ancora qualcosa della sua produzione inedita da tradurre e pubblicare, è veramente un ottimo scrittore.
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Da Wikipedia risulta che ce ne siano due antecedenti, chissà se il suo stile era già questo.
Io amo la sua scrittura essenziale, i suoi dialoghi chirurgici; Haruf riesce a farmi ridere ed a farmi piangere
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Ieri stavo sfogliando la postfazione dell’ultimo e al fondo c’è una piccola frase che mi ha fatto ben sperare : NN pubblicherà tutti i libri di Haruf.
Lo spero proprio.
Quei dialoghi asciutti, senza virgolette, senza orpelli sono una meraviglia!
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Lo spero anche io. Credo che la NN si basi soprattutto sui libri di Haruf. Ho chiesto loro cosa potrei leggere dopo e mi hanno suggerito “La fine dei vandalismi” di Tom Drury. Solo che le recensioni di Amazon non sono incoraggianti
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interessante
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Sai come la penso…all’inizio eravamo entrambi scettici, poi… bellissimi libri, ma i fratelli McPheron mi hanno fatto commuovere come nessun personaggio di altre opere…ora mi manca il quarto…a seguire l’opera omnia di Carver…ahahah
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Giù le mani da Carver!!
Io alla terza pagina ero già liquefatta ed ho socchiuso gli occhi pensando alla grandezza dell’autore.
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Devo approfondire Carver, non c’è dubbio. Devo averlo letto in un momento non propizio… 😉
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Eppure a me Haruf lo ricorda molto. Non me lo spiego proprio come possa non piacerti
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Infatti me lo chiedo pure io…
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Piaciuto tantissimo anche a me….l’avevo inserito fra i miei consigli di lettura qualche mese fa!
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Quanto avrei voluto comprare il cofanetto in edizione limitata che avevano fatto a Natale. Ed invece sono stata pusillanime, sob
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vacanze lunghe???
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