Il week-end finisce sempre in “ese”

IMG_20140830_153936Nel fine settimana appena terminato ho sacrificato Porta Portese per Villa Borghese. Credo che fosse l’unico posto  in città dove trovare un po’ di refrigerio pur rimanendo all’aria aperta. Così, dopo aver camminato per il centro nelle ore più calde, la prima cosa che ho fatto appena arrivata là è stata distendermi sull’erba e togliermi le scarpe. Poco lontano un uomo suonava la chitarra, flamenco direi, quasi di fronte a Galleria Borghese. E mentre la temperatura corporea si abbassa, ti rilassi, ti volti, parli, ridi, alzi una gamba e ne pieghi un’altra ti dimentichi di avere un vestito corto. Solo che poi ti tiri su per fare una foto e ti sembra di vedere una testa ritrarsi da dietro un albero. Allunghi il collo e ti sembra che il tizio si aggiusti frettolosamente la patta. Incredula e divertita chiedo a chi è con me di cambiare posto e distendersi alla mia sinistra. Come vede che qualcuno si alza, il tizio dietro l’albero se la dà a gambe. Sgrano gli occhi e ridiamo. Ci alziamo e passeggiamo per il parco, lo ritroviamo poco più in là, sempre dietro un albero che guarda una coppia distesa. Lei in shorts molto corti. Come ci vede si alza e se ne va; si volta, vede che ci incamminiamo verso di lui ed inizia a correre, quindi non mi resta che voltarmi e dire, con un mezzo sorriso, “Adesso mi credi che stava guardando? Potresti anche inseguirlo”. Alla fine mi ha creduto e si è dato all’inseguimento.

Qualche anima buona potrebbe anche dirglielo a questo signore che con youporn non rischia che qualcuno gli fracassi le corna.


25 risposte a "Il week-end finisce sempre in “ese”"

      1. Ah, è una definizione nota al sud. Si dice “specchiettista” colui che si mette a “specchietto”, ovvero in posizione strategica, sicuro e tranquillo di non essere visto. Spesso viene puntualmente beccato, meno spesso crepato di mazzate, ancora meno spesso denunciato. Sono innocui: fanno il loro lavoretto e se ne vanno tranquilli a cercare altre coppie o altre donne (o uomini) che possano solleticargli l’eccitazione. C’è, però, anche il fatto che l’osservato possa eccitarsi a sua volta. Sia chiaro – io non pongo freni inibitori a niente, è solo che non fa per me. Preferisco “operare” (manco un chirurgo…), più che osservare.
        Non parliamo poi della categoria (parafilie patologiche!) che scattano foto infilando il telefono sotto le gonne o fotografando le donne in shorts al supermercato o per le vie, a volte postando il risultato su internet scambiando materiali con altri malati, altre usandole nella comodità di casa. Bah. Che tte devo da dì.

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          1. Onorato, donc! 🙂
            No, è che non conoscevo il tuo blog, e quando non ero disoccupato, avevo l’ufficio proprio accanto a Villa Borghese (di voyeur però non ne ho mai incontrati… forse perché sono brutto, grasso e spietato). E trovo il tuo blog interessante, lo seguirò. 🙂

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