Incontri sul 170

Verso le 21.00 salgo sul lurido 170, è semi vuoto e mi siedo di fianco ad una ragazza che guarda il telefono ed indossa gli auricolari, giapponese direi. I due posti davanti a me sono occupati, proprio di fronte a me una donna dai capelli scuri, telefono in mano e cuffie anche lei, di fianco, accanto al finestrino una signora anziana dai candidi capelli bianchi che guarda fuori. La signora dopo un po’ si volta verso di me e mi chiede l’ora, controllo sul telefono: “Sono le nove meno cinque” rispondo sorridendo. Anche lei ha un cellulare, mi dice, ma è nuovo e non lo sa usare quindi non se lo porta dietro. Torna a guardare fuori dal finestrino. Si volta di nuovo verso di me, indica la ragazza seduta accanto a me e quella di fianco a lei e dice: “Vede? Con i telefonini so’ tutti più tranquilli. Prima sull’autobus litigavano tutti, adesso nessuno s’accorge più de gnente. Prima uno s’incazzava perchè je rubbavano er posto, perchè je davano ‘na spinta, nun lo facevano passa’, ora tutti guardano i telefonini e so’ tranquilli”.
Vorrei dirle che invece la gente litiga eccome sull’autobus, specialmente la mattina sono tutti isterici, le donne sopra ogni cosa e gli adolescenti insicuri. E’ solo che il suo punto di vista mi piace così tanto che le do ragione e le dico che è vero, non ci avevo mai pensato.
Guarda fuori dal finestrino, si volta di nuovo verso di me.
Mi racconta che a casa le hanno tolto la corrente e mentre io impietosita mi sto chiedendo se è perchè non può pagare la bolletta, lei mi dice che è passata al contratto gas&luce ma ha fatto confusione e le hanno staccato tutto. Per questo è uscita, sta andando a fare la spesa. Perplessa le chiedo: “Sta andando adesso a fare la spesa???? Ma dove????”. Tra le mie varie preclusioni mentali c’è quella in cui le signore ottantenni non prendono l’autobus alle 21.00 per andare a fare la spesa in centro, di solito sono le prime ad andare al mercato più vicino a casa per trovare la frutta e la verdura migliori, almeno quelle vicino casa mia fanno così, che se ci vai alle 10.00 non trovi più nulla.
“Vado a Piazza Venezia, no? Scendo alla prossima, c’è il Carrefour. E già che ci sono vado a mangiamme pure qualcosa a Piazza San Silvestro, poi torno a casa”
A Piazza Venezia non ci sono supermercati ma capisco che intende quello sotto il Campidoglio, capita di fermarmi andando o tornando dal lavoro.
Si prepara per scendere, la tipa di fianco a lei, immersa in Candy crash non si accorge del movimento. La signora un po’ aspetta, le parla, ma quella nulla, non la sente. La signora tenta di nuovo, poi le tocca una spalla e quella si scuote.
“T’ho fatto paura eh?” le chiede sorridendo. Si alza e prima di andare verso la porta centrale mi fa “Vede signo’, il supermercato è quello. Chissà se hanno un bagno, me sto’ a piscia’ sotto!”.
Rido e penso che i limiti stanno davvero tutti nella nostra testa.

 

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16 risposte a "Incontri sul 170"

  1. Il 170… mai preso, ma lo vedevo sempre a Stazione Trastevere.
    Io ci passerei le giornate a sentire le storie della gente.

    Fai bene, sai? A volte due parole, un po’ d’attenzione, sono come carezze.

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    1. Va da Termini all’Eur, passando da Trastevere nuova.
      E’ vero che io sono capace di parlare con i marciapiedi, ma è anche vero che devono un minimo ispirarmi. Ed allora li ascolto, regalo loro un po’ del mio tempo e loro mi regalano le loro storie.

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  2. Ritento:
    Il 170… non l’ho mai preso, ma lo vedevo sempre a stazione Trastevere.
    Io ci passerei le giornate ad ascoltare le storie della gente.

    Fai bene sai? A volte due parole, un po’ d’attenzione, sono come carezze.

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