La Cassia bis non esiste

La Cassia bis non esiste. Di questo hanno cercato di convincerci quelli del call center del soccorso Aci, ieri notte, quando l’auto ha deciso di fermarsi in mezzo al nulla. E mentre sei in mezzo alla strada, con le macchine che ti sfrecciano accanto, incredula ascolti la conversazione telefonica di chi sta tentando invece di far loro capire che la strada esiste eccome, perchè siamo davvero ferme lì. E tra una imprecazione e una risata ripensi che poche ore prima stavi ammirando il tramonto, seduta su una pietra a strapiombo nel nulla che avvolge Calcata e che subito dopo, camminando lentamente, sbirciavi dentro le case con gli usci aperti. Case strane, abitate da personaggi altrettanto strani che sembrano usciti da un film. E l’operatore che non capisce dove siamo e si rifiuta di ascoltare le indicazioni che gli vengono date, ci manda un messaggio con un link. Ma il link non si apre, internet quasi non va e glielo dici quasi stizzita perchè sei da quasi mezzora nel nulla in mezzo ai campi. L’operatore si stizzisce ancora di più e ci chiude il telefono in faccia. Ed allora chiami i parenti che abitano là vicino -non i miei, quelli stanno in Toscana- e per calmarti e non pensare che è mezzanotte e mezza passata e sei ancora lì, nel nulla, parli della cena e di come il cameriere che era sembrato antipatico e scazzato, si fosse rivelato invece così buffo da farci ridere fino alle lacrime. E richiami l’Aci e provi a convincerli che la Cassia bis non è il binario 9 e 3/4 ed è facile trovarla se solo ascoltano le nostre indicazioni. Arrivano i parenti, la telefonata continua e continua e continua e quando l’operatore chiede di dirgli almeno quale bar vediamo per poco il cellulare non viene volato in  mezzo ai campi bui. Qualcuno chiama le forze dell’ordine, ma no, loro non possono farci nulla. Son cazzi nostri. Da una parte chi cerca di convincerli a venire a sbloccare la situazione, dall’altra chi parla con l’Aci, io guardo i campi per capire se qualcuno di soppiatto si avvicina. Ed aspetti. 14063740_10153783330201845_1911491029808900093_nE ti viene in mente che dopo la cena, giusto due ore prima, eravamo sedute nella piazzetta deserta di Calcata  a guardare la facciata in pietra della chiesa, assieme ad un gatto ed all’improvviso, da non si sa quale finestra arriva forte e chiara la musica di Twin Peaks e ti scappa da ridere. Mezzora dopo arriva una volante con i lampeggianti accesi, cercano noi, almeno le auto non ci travolgeranno. Venti minuti dopo arriva il carroattrezzi. Solo che nel frattempo hai avuto modo di socializzare con le forze dell’ordine che hanno poi deciso di non lasciarci in balia di quei due energumeni  che si sono presentati per il soccorso stradale e ci hanno scortate fino al posteggio dove era stato deciso di lasciare la macchina. E nel parcheggio, all’improvviso, si allontanano tutti e ti ritrovi da sola a parlare con Poncherello dagli occhi verdi, le braccia conserte, i bicipiti bene in vista. E parli di Roma, della Toscana di Empoli dove lui aveva prestato servizio, e poi dove vivi e dove lavori e cosa ci facevi a Calcata e vi accompagniamo noi a casa. Ed a me scappa ancora da ridere e mi sembra tutto surreale. Soprattutto il coraggio di Frank, di star lì a parlare con me, con tutto l’aglio che avevo mangiato.

 


13 risposte a "La Cassia bis non esiste"

      1. Ahahahah…sì però è da provare almeno una volta nella vita, mascherata ovviamente! 😉 ho visto…Calcata deserta, penso di npn averla mai vista…molto suggestiva!😁 e per fortuna che hai tagliato…😂😂😂😂

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